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Visualizzazione dei post da 2012

Campocroce di Erika Reginato, la poetessa Adelw Desideri scrive sul mio libro

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  Erika Reginato, Campocroce (2000-2007) , Editoriale Sometti, Mantova, 2008, pag. 109. Campocroce è un delizioso, delicato libro di poesie, pubblicato in edizione bilingue (in spagnolo e nella traduzione in italiano di Emi Rabuffetti), per i tipi di Sometti, nella collana Archivio della Poesia del ‘900, diretta da Alberto Cappi. L’autrice Erika Reginato si è laureata presso l’Universidad Central del Venezuela con una tesi su Giuseppe Ungaretti, è traduttrice di diversi poeti italiani contemporanei - tra i quali Milo De Angelis e Davide Rondoni - e ha collaborato con Santos López, in Venezuela, alla Settimana Internazionale della Poesia e al Festival mondiale della Poesia. Nata a Caracas, risiede ora in provincia di Vicenza. Campocroce è un paese situato sul Monte Grappa, ma è anche un luogo di memoria, dove si nascondeva - nella Seconda Guerra Mondiale - il nonno della scrittrice, combattente tra le fila dei partigiani. Così, la silloge Campocroce

I colori delle donne

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"Quizàs el agua que cae de sus brazos sea el horizonte sin limites que hace del viaje en barco la ùnica riqueza. La Gran Madre es una emigrante hecha con perlas y corales..." (versos del poema La Gran Madre, de Erika Reginato) foto di Marce Amber ( http://www.sitohd.com/marceamber )

Poesia di Erika Reginato, Terra madre

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Versi miei Di Campocroce:  "Odore amaro della madre che s'inginocchia, trapassa le mie braccia e lentamente accudisce la mia vita..." De Campo Croce: "Olor amargo de la madre que se arrodilla, traspasa mis brazos y me cuida lentamente la vida..." (editoriale Sometti. Mantova, 2008)

Erika Reginato poesia italiana e del mondo della valigia della Poesia

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Luminoso e lieto / Domani sarà il mattino (Anna Achmatova) Vieni stanotte, amato, ho paura / dalla mia anima (Alfonsina Storni) Lascia sia il vento a completare le parole... (Margherita Guidacci)  Il bosco mostra i segreti della terra. (Erika Reginato)

campocroce

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Scrive il professore Zordan nella mia presentazione a Crespano del Grappa in Novembre del 2010: Campocroce è la poesia del ritorno: e il ritorno crea il cerchio. E’ la poesia del viaggio a ritroso nella terra dove sono vissuti e da dove sono partiti gli antenati: è la riconciliazione con questa terra che appartiene alla memoria del sangue e si ricompone il suo corpo a pezzi. Si avverte quasi un rimorso per essersi staccata ma Campocroce la accoglie, non è più il luogo lontano, ma bara, urna che abbraccia, “ è il terreno dell’incontro e del dialogo”. La guida, l’intermediaria fra i vivi e i morti è la zia Lena, che “ha parola senza voce con la gola secca, alla quale, nella lirica Estate si rivolge per chiedere “ Dimmi… la storia del mistero dell’albero della casa che non cadrà nei secoli”. “Ricordami…” semplici, quotidiane, intime scene di vita dell’infanzia: così preziose per creare i legami con i morti e i suoi morti allora “staranno in pace nei quadri”. E nel “Giorno di

Rosario Castellanos

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Ciudad bajo el relámpago A medianoche corre su caballo (Jobel, zacatonal, valle para el galope). Buen jinete, el espanto espolea —hasta el relincho— la bestia ante la casa donde yace dormida la memoria. Hora de recordar los muertos. Ven, busca tu hijo, soltera. Viudo, tienta la almohada aún tibia. Y tú, asesino, remeda el estertor violento de tu hermano. Zigzaguea en el cielo un resplandor de espada. A esta lívida luz ¡qué honda es la cicatriz del ceño trágico! Charla ...porque la realidad es reducible a los últimos signos y se pronuncia en sólo una palabra... Sonríe el otro y bebe de su vaso. Mira pasar las nubes altas del mediodía y se siente asediado (bugambilia, jazmín, rosal, dalias, geranios, flores que en cada. pétalo van diciendo una sílaba de color y fragancia) por un jardín de idioma inagotable. Desamor Me vio como se mira al través de un cristal o del aire o de nada. Y entonces supe: yo no estaba allí ni en ninguna otra parte ni había estado nunca ni estaría.

poesie del libro "Giorno de San Guiseppe" Erika Reginato, pubblicato nnel 1999. Caracas. Ed. Eclepsidra:Día De San José

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di Giorno di San Giuseppe (version bilingue, 2016. Raffaelli editore. RIMINI.ITALIA) Traduzione Lucia Malfermoni  I fantasmi   pronunciano il mio nome.   Aprono e chiudono le porte delle stanze sibilano le loro pene in corridoio.   In ginocchio supplico Dio per un istante di silenzio  Abbasso la testa con un po' di stanchezza   In mezzo alla notte scopro la fine della distanza il passare dei giorni   I fantasmi fumano nella mia stanza   Annunciano il commiato  La nostra infanzia anima mia come il profumo di una provincia nuda.                             Ana Enriqueta Teran. Ferma nella casa della mia infanzia vedo fantasmi,  fiori e spiriti   Osservo un bosco immenso  Una farfalla il cielo Dio   Vedo strade polverose rovine negli incroci mio padre che ci lascia  Al mattino c'è una mano   Ho un gran peso nei piedi    Apro gli occhi contemplo  i giorno dell'infanzia                   sono finiti.  

Omaggio a Neruda omaggio nella biblioteca di Thieney "oda a la Manzana"

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Ricordando la poesia universale. ODE ALLA MELA Ti voglio celebrare mela riempiendomi la bocca col tuo nome, mangiandoti. Sei sempre nuova come niente altro, sempre appena caduta dal Paradiso: piena e pura guancia arrossata dell’aurora! Quanto difficili sono paragonati a te i frutti della terra, le uve cellulari, i manghi tenebrosi, le prugne ossute, i fichi sottomarini: tu sei pura manteca, pane fragrante, cacio vegetale. Quando addentiamo la tua rotonda innocenza torniamo per un istante ad essere creature appena create… Io voglio un’abbondanza totale, la moltiplicazione... Pablo Neruda A ti, manzana, quiero celebrarte llenándome con tu nombre la boca, comiéndote. Siempre eres nueva como nada o nadie, siempre recién caída del Paraíso: plena y pura mejilla arrebolada de la aurora! Qué difíciles son comparados contigo los frutos de la tierra, las celulares uvas, los mangos tenebrosos, las huesudas ciruelas, los higos submarinos: tú eres pomada pura, pan fragante, qu

La Casa azulada: línea

La Casa azulada: línea

Giuseppe Ungaretti

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8 febbraio, 1888, nasce il poeta Ungaretti in Alessandria di Egitto....il poeta italiano che con la sua umilta e stato ed é la fondamenta di un classico e grande cammino a seguire ... "Il sole rapisce la citta / Non si vede piú / Neanche le tombe resistono molto".