La poesia è un viaggio


 la giornalista Maritza Jimenez

scrive sulla poesia di Erika Reginato

LA POESIA  E’ UN VIAGGIO 

 

Considerando "il tremendo cambiamento spirituale che comporta”, la malattia, sosteneva Virginia Woolf, dovrebbe essere un tema archetipale della letteratura. 

Erika Reginato, nella sua poesia, attraversa con i piedi scalzi, e va fino la fonte delle sue origini, l’italiano, dove si trovano “il sogno, il silenzio e il cammino”, il ponte che ha tra questi due monti che la definiscono e la circondano. “Le mie radici sono italiane, i miei nonni e mio padre emigrarono da paesi vicini al Monte Grappa dopo la Seconda Guerra”, confessa la poetessa, traduttrice che si ha convertita in una specie di promotrice della poesia venezuelana in Italia.  A quel paese e arrivata nell’anno 2004 con una borsa di studio dell’Istituto italiano di Cultura del Venezuela, per continuare la sua ricerca dopo la laurea universitaria nella scuola di Lettere, in torno al poeta Ungaretti. Un anno più tarde, per il suo delicato stato di salute, e uno studio di letteratura universale, la hanno portata un’altra volta a il Venezuela.  

Aveva già pubblicata con la editoriale Eclepsidra, il suo primo libro di poesie in spagnolo Dia de San Jose (1999, Venezuela, pubblicato in versione bilingue Giorno di San Giuseppe, Raffaelli editoriale, 2016), motivato dalla morte del padre e la propria malattia che la soffoca dalla gioventù: 

 

II 

 

Vomito il mio vuoto / amo /imputridisco  in questa/ diagnosi.// Mi fanno iniezioni/succhiano il mio    sangue /eppure non sono vampiri.// Voglio stare con te/ un poco alla volta /morirei senza siero. 

 

    (appunto dall’ospedale) 

 

 

Vomito mi vacío / amo / me pudro / en esta constante. /Me inyectan /chupan mi sangre / y ellos /no son vampiros. / Quiero estar contigo / de a poco /moriría sin suero. / (nota de hospital) 

 

Il poeta Juan Liscano Vellutini (1915-2001, poeta venezuelano, di origini italiani),  e stato il critico della poesia che ha detto a Caracas, nel teatro Teresa Carreño: “con le poesie di Giorno di San Giuseppe,  di Erika Reginato, si chiude il 

900 della poesia venezuelana”. 

Il libro che è stato pubblicato a Mantova, con la introduzione del poeta Milo de Angelis, che dice -chiude una esperienza “e apre il cuore per ascoltare sentire, e camminare”. Mi riferisco a Campo Croce (editoriale Sometti, archivi del 900, 2008), il secondo libro di poesia tradotto da Emi Rabuffetti. Se il lutto, la malattia e il padre emigrante, sono la colonna vertebrale del suo primo lavoro, come dice il poeta Santos López, (direttore della Casa della Poesia, Caracas), in questo caso la ricerca delle sue radici, il filo conduttore verso l’incontro è “chi sono?”, come lo chiedeva la poetessa Hanni Ossot. 

 

Giorno di San Giuseppe 

 

Padre sono nel paese della tua infanzia, nel freddo, nella lingua della tua nebbia con il vapore delle raffiche dei treni. 

 

Cammino con le mani piene di rughe vicino al fiume. 

 

Ti sento 

correre   nelle stradine tra fondamenti d’oro, navigare sul ruscello, allontanare la neve della cima. 

 

Se solo mi potessi accompagnare sul sofà, 

toccare le spalle, dare una lampada per illuminare i raggi del ritorno. Allora potrei chiudere i pugni, e camminare più veloce fino a entrare nella stazione. 

 

Padre dammi un po’ del tuo grano lasciami vedere i tuoi piedi. 

 

 

 

Però nel libro bilingue Gli Eletti (Los Elegidos, Raffaelli editoriale, 2013), i due mondi che dialogano, come due cuori, nella nonna che l’aiuta a ricordare i nomi, i paesaggi, le canzoni, il volo, “l’amore degli eletti, le anime di fuoco che mi rivelano i suoi secreti e dove si nascondono”. Dopo è stato pubblicato a Madrid, En la costa de Cacao (Sulla costa di cacao, Kalathos, 2018), dove la poeta vede nascere il segreto della esistenza nella natura, nei semi che si moltiplica nella Terra di Grazia perché: il regalo del viaggio è il coraggio, scrive Erika Reginato. 

Ecco, qua affacciato, e già germogliando le sue poesie di Anima di fuoco (Alma de Fuego, versione bilingue), in una prossima edizione. E scrive della poesia: 

 

“È nel silenzio dove nasce la parola, è l’inizio, il centro e la fine di tutto. È la musica interiore che ci colpisce con il suo accento frequente e che trasformata in un verso scorre per le vene. Il suono arriva dopo di aspettare il tempo necessario per scoprire la vita. Così nasce la poesia: quando il fuoco permane acceso nell’anima”. 

 

 

 

  

Erika Reginato, (Caracas, Venezuela, 1977). Poeta italo.venezolana, saggista e traduttrice. Dott. In Lettere della Universita Centrale del Venezuela. Ha pubblicato in Venezuela i libri: Día de San José, (1999), Campo Croce. Antología poética 1999-2008 (Venezuela, 2008). Tra i suoi saggi: Cuatro estaciones para Ungaretti, (2004). Ha tradotto e pubblicato in Venezuela: Antología poética de Milo De Angelis (versión bilingüe, 2007), Caminos del agua, Antología de poetas italianos del segundo Novecientos, (versión bilingüe, 2008), El bar del tiempo y otros poemas de Davide Rondoni, (versión bilingüe, 2008), El trazo infinito del universo, (28 poetas italianos traducidos, versión bilingüe, 2013). In Italia: Campocroce 2000-2007 (bilingue, Archivio della Poesia del 900, 2008), Gli Eletti (Los Elegidos, bilingue, 2013), Giorno di San Giuseppe (bilingüe, Raffaelli editore, 2016). Su poesía fue reconocida por la Fundación Cultural 

Arnone con el 40º Premio Internacional “Ciudad di Marineo”, Obra extranjera, (Sicilia,2014). Le sue poesie si trovano nella antologia: La nuova poesia dell’America Latina (del poeta Loretto Rafanelli, 2015), Giovane poesia latinoamericana (del poeta Mario Meléndez, Raffaelli editore, 2015). In Venezuela El puente es la palabra, (Antología de poesía de la diáspora venezolana, 101 poetas online, compilada por las poetas Eleonora Requena y Kira Kariakin con 

Caritas Venezuela, 2019). L’ultimo libro di poesia di Erika Reginato, En la costa de cacao (Sulla Costa di cacao, bilingüe, Madrid, Kalathos, 2018).  

 


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