Rafael Cadenas e Giuseppe Ungaretti

Rafael Cadenas e Giuseppe Ungaretti nel campo di battaglia
        Da: Erika Reginato

Due protaginisti della poesia scritta nel secolo XX sono pronti a difendere il significato di ogni mossa e di ogni parola estrategicamente disegnata nel piano di una pagina esiliata. Cercano di integrare la forma con il giorno per giorno e avanzare nella terra promessa che anche Dante ha cercato. Sono poeti separati per molti chilometri ma che hanno trovato nella storia del uomo, quel punto che tra mile, ci unisce nella vita: un campo di battaglia. La poesia precisa non può trovare un altro cammino, solo nello spazio vero guarda a chi é di fronte, la cosa che colpisce, anche si tutta lei, è spostata tra due continenti dove trova una sola realtà che si chiama umanità. Giuseppe Ungaretti (1888-1970) scrive: «Sono un uomo della speranza, un servitore della speranza, un soldato della speranza…». Il poeta venezolano Rafael Cadenas (Barquisimeto, 1930), esponente di rilievo della poesia scritta in lingua spagnola, rapresenta una voce nota tra i grandi valori letterari latino americani che con la forza del Verbo ha difesso la parola in una costante ammirazione nella durabilità della vita. La permanenza è un componente importante nella poesia di Cadenas, dove la misura dello spazio nel quale si sviluppa il verso, finisce per girare nella pulizia del centro della immagine. La sua poesia cresce nella terra aperta come in quella terra ungarettiana che osserva il mare atorno a sè.  Scrive tra passione e sconfitta quel silenzio attacato al uomo che desidera scoprire il segreto del peregrinagio. In ottobre del 2007, Rafael Cadenas ha pubblicato il suo primo libro di poesie scelte tradotte in italiano “Un isola e altre poesie”, raccolta antologica imprescidibile che riunisce più di quaranta anni di attivitá poetica da “Un’isola” (1958) fino “Gestioni” (1992). Il volumen è stato curato della studiosa italo-venezuelana Gina Saraceni e vanta della prefazione del poeta Davide Rondoni, direttore del Centro di Poesia Contemporanea dell’Universitá di Bologna che scrive: “Questo libro tenetelo accanto a quelli di Bonnefoy, o di Luzi, insomma di quei poeti che nel nostro tempo hanno compreso che il loro destino sarebbe stato vagare per i boschi è radure dove rintracciare gli elementi primari prima del dire”.

L’altro verdetto (di Rafael Cadenas. Traduzione: Gina Saraceni)
La tua patria, la vita
non concede premi.

Solo 
ti sostiene. 

Quanto più suo
più straniero.

Così ti appoggi
E dici: c’è qualcosa
su cui non mi posso sbagliare:
sul mio paese d’origine.
Trad. Erika Reginato 

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