Rafael Cadenas, Antonia Palacios tradotti due poesie da Erika Reinato.poesia venezuelana
Di Erika Reginato.
La poesia venezuelana è viva, canta, ascolta, cammina, scrive senza paura nella libertà intima della quotidianità. I suoi rappresentanti trascendono nel tempo, in questo caso, il poeta Rafael Cadenas e la scrittrice Antonia Palacios.
La poesia non si stanca mai di cercare nella esistenza il movimento, il suono, la realtà.
La parola poetica è il viaggio dei continenti e delle lingue.
Traduzione di Erika Reginato
Tra i più grandi poeti troviamo a Rafael Cadenas (1930). Appartiene ai poeti “rinnovatori del segreto” del nostro continente. La sua poesia cerca posto nella contemporaneità. Per la sua opera d’importanza esistenziale e processo estetico inseparabile, ha ricevuto il riconoscimento del Premio Juan Rulfo di Letteratura Latinoamericana e dei Caraibi, premio nazionale della literatura m, 1985, il premio internazionale Federico García Lorca, 2016 e il premio Reina Sofia 2001.
Abiti pelle dentro
Ignori che essere
Significa: raggiungibile.
Ars poetica)
32
Que cada palabra lleve lo que dice.
Que sea como el temblor que la sostiene.
Que se mantenga como un latido.
No he de proferir adornada falsedad ni poner tinta dudosa ni
añadir brillos a lo que es.
Esto me obliga a oírme. Pero estamos aquí para decir la verdad.
Seamos reales.
Quiero exactitudes aterradoras.
Tiemblo cuando creo que me falsifico. Debo llevar en peso mis
palabras. Me poseen tanto como yo a ellas.
Si no veo bien, dime tú, tú que me conoces, mi mentira, señálame
la impostura, restrégame la estafa. Te lo agradeceré, en serio.
Enloquezco por corresponderme.
Sé mi ojo, espérame en la noche y divísame, escrútame, sacúdeme
Rafael Cadenas
Che ogni parola porti ciò che dice.
Sia come il tremore che la solleva.
Che rimanga come un battito di cuore.
Non pronuncerò falsità adornata né metterò inchiostro dubbioso o aggiungere brillantezza a ciò che è.
Questo mi costringe ad ascoltare me stesso. Ma siamo qui per dire la verità.
Cerchiamo di essere reali.
Voglio una precisione terrificante.
Tremo quando penso di falsificare me stesso. Devo portare il peso delle mie parole. Mi possiedono tanto quanto io li posseggo.
Se non vedo bene, dimmi, tu che mi conosci, la bugia mia, indicami l'impostura, fregami la truffa. Ti ringrazierò, sul serio.Vado matto a corrispondere.
Sii il mio occhio, aspettami di notte e guardami, scrutami, scuotimi Lascia che ogni parola porti ciò che dice.
Sia come il tremore che lo sostiene. Per rimanere come un battito di cuore.
Non pronuncerò menzogne adornate né metterò inchiostro dubbioso o
aggiungi brillantezza a ciò che è.
Questo mi costringe ad ascoltare me stesso. Ma siamo qui per dire la verità.
Cerchiamo di essere reali.
Voglio una precisione terrificante. Tremo quando penso di falsificare me stesso. Devo portare il mio peso parole. Mi possiedono tanto quanto io li posseggo.
Se non vedo bene, dimmi, tu che mi conosci, bugia mia, indicami l'impostura, fregami la truffa. Ti ringrazierò, sul serio.Vado matto a corrispondere.Sii il mio occhio, aspettami di notte e guardami, scrutami, scuotimi.
Poeta venezuelano Rafael Cadenas
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Pastor de nubes, de Jean Arp, 1887.1966, plaza cubierta, UCV. |
Antonia Palacios (Caracas, 1915 – 2001). Scrive uno dei romanzi più segnalati per la critica letteraria latinoamericana: “Ana Isabel, una niña decente”. Alla fine degli anni 70 e fino 1983, dirigeva, a casa sua, uno dei più importanti atelier di poesia conosciuti a Caracas: “Taller Calicanto”. Tra il 1980 scrive nel libro “Nel profondo tremore segreto”: In questa casa no guardo il cielo…una casa nuda senza il profondo tremore del suo segreto. Mi attacco ai suoi muri, del suo odore a deserto. È casa mia. Nei muri del atelier: “Taller Calicanto” nascono voci che lasciano una impronta profonda nei suoi integranti.
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