Margherita Guidacci, de la Antología de Trazo Infinito del Universo. poetas italianos traducidos por Erika Reginato
Margherita Guidacci.
(Florencia, 1921 – Roma,
1992). Poetisa, ensayista y traductora. Profesora de literatura inglesa en la
Universidad de Macerata (Italia). |
Margherita Guidacci
"No elegí ser poeta. Lo he sido porque esa es mi naturaleza"...
Sera
Margherita Guidacci
Dice la poetessa Guidacci. Ho scritto:
Per tutto il tempo in cui rimasi in compagnia delle Sibille, le sentii sempre come delle presenze oggettive; erano per me delle persone reali, in carne ed ossa. Naturalmente, sono completamente disposta ad ammettere che esse non erano che delle proiezioni del mio inconscio. […] Come poeta, poco m’importa di obbedire a impulsi razionali o irrazionali – e meno che mai di compilarne un catalogo – purché essi siano vitali e si traducano in un’opera. È il poiein, il fare che interessa al poeta e non il sottile scandaglio sul come o il perché del poiein. Razionale o irrazionale, ciò che l’aiuta ad ottenere un risultato è sempre il benvenuto. Se l’inconscio mi ha aiutata a scrivere le Sibille, io gli sono grata: ha dimostrato di possedere immaginazione, memoria e passione. Spero bene che vorrà darmene altre prove in futuro. Che lo faccia lui o la parte razionale del mio essere, certamente non sarà in ogni caso nelle forme già sperimentate: se contassi sul loro ripetersi, mi sbaglierei totalmente. Gli esseri umani, e soprattutto gli artisti, possono sempre riservare nuove sorprese.
In questo senso, ancora oggi, mi apro fiduciosa al futuro.
Margherita Guidacci
YO SOY (Deífobe de sí misma)
Del vaticinio con las
hojas
Nada escribo sobre
las hojas. Les leo
aquello que las hojas
tienen escrito
en ellas, en la
intrincada nervadura
parecida a las venas
del palmo. Mirada
que me sigue en la
división de las vías secretas,
se va por los
encruces repletos de linfa
los nudos del
significado. Así
se hace más claro el
mensaje.
Pero aquella que tú
quieres, y que tú llamas
mi respuesta, no es
mía, y ni siquiera
es una respuesta. Es
la vida que habla
en cada forma viva,
mientras pasa
hacia la muerte. Le
pongo la mirada
sólo en un justo
ángulo.
Y la calma de un
gesto, luego
de haberlas
escrutado, estas hojas
se las entrego al
viento, y el viento se las lleva,
él sólo cumple
por derecho
inmemorial
el susurrante
vaticinio.
Cumana
I
(Deìfobe, di se stessa)
Del vaticinio con le foglie
Io nulla scrivo sulle foglie. Vi leggo
quel che le foglie recano già scritto
in sé, nelle intricate nervature
simili a vene sul dorso della mano
o linee incise nel palmo. Il mio sguardo,
che segue il biforcarsi di vie segrete,
coglie ad incroci turgidi di linfa
i nodi del significato. Così
si fa più chiaro il messaggio.
Ma quella che tu chiedi, e che tu chiami
la mia risposta, non è mia, e neppure
è una risposta. È la vita che parla
in ogni cosa viva, mentre passa
verso la morte. Vi pongo di mio
soltanto un giusto angolo di sguardo.
E il calmo gesto con cui, dopo averle
lungamente scrutate, affido al vento
queste mie foglie, e il vento se le porta,
esso solo compiendo
per un diritto immemorabile
il susurrante
vaticinio.
Selecciòn y traducción de Erika Reginato
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